Andrà tutto bene? (Più che il quando mi preoccupa il come)

Piccola ma doverosa premessa, il mio post è assolutamente non-politico, non me ne intendo, seguo da lontano dal millennio scorso, più o meno da quando la mia fiducia è stata tradita per l’ ennesima e ultima volta, sono estremamente pragmatico e ho già parecchi grattacapi come genitore, quindi no, la chiave del mio discorso non sarà politico.

Negli ultimi giorni sta maturando la decisione di chiudere le scuole fino a settembre, manca solo l’ ufficialità, cioè il quando, ma riguardo il come francamente mi pare tutto in alto mare e la cosa mi preoccupa non poco. Diciamo che se tutto va bene tra due settimane entreremo nella fase 2, il che significa che io e mia moglie dovremo tornare a lavorare (non sappiamo ancora modo e tempi), mentre è praticamente certo che per i prossimi 4 mesi le bambine a scuola non ci potranno andare. 4 mesi ragazzi, maggio, giugno, luglio e agosto, non è proprio una passeggiata anzi, se poi aggiungiamo anche una nonna anziana, quindi potenzialmente a rischio nell’ immediato, il centro estivo praticamente cancellato e le vacanze classiche che al momento appaiono come un lontano miraggio (in tutti i sensi), ecco che il quadro assume veramente tinte fosche.

Voglio essere chiaro, non sto dicendo che i bambini devono tornare a scuola ad ogni costo, questo no, dico semplicemente che l’ impressione che si è data è che si è voluto procrastinare un problema, un taglio netto con l’ accetta, poi si vedrà, forse. Lo stesso trattamento non è stato riservato ad altri comparti, si fa un gran parlare (giustamente) di riapertura, di ripresa, le fabbriche, i servizi, i negozi, quante persone dentro al bar per il caffè, l’ applicazione per non fare la coda al supermercato (di questo passo temo che di code ne vedremo sempre meno), addirittura già si pensa a come andremo in spiaggia (spiaggia=miraggio al momento), ma per quanto riguarda la scuola nulla di più di un laconico “se ne riparla a settembre, forse”. 4 mesi di precarietà, che si sommano ad un altro mese di rodaggio e un primo mese di vuoto assoluto. A voler essere cattivi si potrebbe dire che mentre i nostri vicini Europei pianificano la riapertura di fabbriche, servizi e scuole noi… pensiamo a come andare al mare! Si è dimostrato una volta di più l’ importanza che ha la scuola nel nostro paese e la cosa non mi sorprende, non è di oggi il problema, si tratta semplicemente e amaramente dell’ ultimo anello di una catena molto lunga di scelte e tagli fatti negli anni.

Annunciare che le scuole rimarranno chiuse fino a settembre è una cosa, darsi da fare, proporre qualche idea alternativa è un’ altra, qualche esempio? Si potrebbero dividere le classi in due e splittare le lezioni in mattutine e pomeridiane, andare avanti almeno fino a fine giugno (2 mesi invece di 4 sono il 50% in meno…), oltre ovviamente non si potrebbe per il semplice motivo che le scuole in Italia non sono pensate per i mesi più caldi, mancano ventilatori e le parole “aria” e “condizionata” non sono contemplate nella stessa frase. Qualcuno propone delle lezioni all’ aperto, l’ utilizzo delle palestre a rotazione per lezioni collettive, le pagine dei giornali di oggi sono tappezzate di esempi su come viaggeremo in aereo (qualcosa mi dice che caleranno anche le code negli aeroporti dopo quelle davanti ai supermercati), in treno e in metropolitana, di come andremo al ristorante, al mare e in piscina. E a scuola? Non pervenuta!

La didattica a distanza? Non deve essere considerata un surrogato della scuola ma semplicemente un tassello da inserire in un disegno più ampio e anche in questo caso occorre vedere le questione nel suo complesso, non tutti hanno a disposizione i mezzi per stare al passo, può essere un discorso di natura economica o semplicemente di scelte fatte in passato, molti hanno una linea domestica a cui appoggiarsi ma altri hanno optato per una connessione minima e mobile, in quanti hanno un tablet o un pc da far usare ai nostri bambini? Quanti hanno una stampante? Nel nostro caso, ci reputiamo fortunati, abbiamo un’ ottima connessione fissa, un PC e una stampante, più un tablet ludico e tre telefoni ma non è così per tutti. Qualche giorno fa è arrivata una circolare della nostra scuola che ci informava della situazione, ossia che 31 famiglie hanno fatto richiesta di uno strumento per poter partecipare alle attività per via telematica, significa che solo nella nostra scuola ci sono 31 bambini che non hanno la possibilità di seguire le lezioni, di partecipare ad una situazione già gravata da non poche difficoltà, al momento di queste 31 domande ne sono state evase 10, per le altre si è provveduto ad un versamento volontario per risolvere il problema. E si parla di Milano, com’ è la situazione in provincia, dove il segnale è quello che è e la tecnologia pure, dove magari i figli saranno lasciati con nonni non esattamente smart?

Vorrei ricordare che l’ istruzione è un diritto contenuto nella costituzione (Art. 34) al pari del lavoro, sempre rimanendo in tema di leggi è forse il caso di ricordare che i minori secondo la legge Italiana non possono essere lasciati soli al di sotto dei 14 anni, anche se è prassi che possano stare da soli ma a casa già dai 10/11 anni in su. Se poi qualcuno fosse preso da un insano pensiero del tipo: “Ma tanto io non ho figli, è un problema loro…” vorrei ricordare che l’ istruzione, la scuola, rappresenta le fondamenta della società, di oggi e di domani, una società che considera la scuola come una ruota di scorta è una società destinata al fallimento, all’ autodistruzione, ma in questo senso direi che siamo sulla buona strada.

Qui un Link serio su come affrontare la questione: Diamo voce ai bambini

 

 

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