Stamattina a Milano, complice un discreto vento, è facile imbattersi in cumuli di foglie appena cadute dagli alberi. La stagione è quella, ci stiamo inoltrando nel cuore dell’ autunno e le foglie cadono non prima d’ aver assunto un colore che ho sempre amato, diciamo pure che dal punto di vista cromatico questa è sempre stata la mia stagione preferita.
Il ricordo odierno di Maia è legato proprio alle foglie. Ricordo che il primo autunno la portavo al parco e le spiegavo che le foglie cadevano perché l’ albero andare in letargo e non ne aveva bisogno ma che in primavera sarebbero comunque tornate più forti e verdi che mai, Lei mi guardava stranita ma poi in estate si faceva alzare fino a toccarle quelle foglie.
Riguardo i cumuli di foglie secche che cominciano ad aggirarsi per la città ho un ricordo estremamente struggente, qualche giorno prima della sua dipartita siamo andati a mangiare un pizza vicino a casa, dovevano esserci anche dei nostri amici ma un malanno di stagione aveva costretto a letto Edoardo, il loro figlioletto. Erano i primi di gennaio, ma era un inverno appena accennato, si stava bene anche fuori casa di sera.
Una volta terminata la cena decidiamo di rientrare con calma quand’ ecco che a Maia s’ illuminano gli occhi, sul marciapiede di fronte a noi ecco palesarsi una piccola collina di foglie, io e Simona camminavamo piamo seguendola con la code dell’ occhio quando ad un certo punto ci siamo voltati ed eccola li, in mezzo alle foglie trascinando i piedi piano piano come a gustarsi il momento e uno sguardo che spiegava il perché del suo soprannome, MONELLIK!
La situazione ci parve talmente simpatica e la sua felicità così genuina che avrei voluto unirmi a lei, è proprio vero, a volte basta condividere un niente per divertirsi. Ecco perché ogniqualvolta vedo un cumulo di foglie mi viene voglia di entrarci trascinando i piedi, perché solo i bambini sanno divertirsi in maniera così semplice e genuina e non passo giorno che le mie figlie me lo ricordino, grazie!
Grazie per questo ricordo.
Anche io stamattina ho pensato a quella sera vedendo le foglie in cortile.
Questi ricordi mi fanno sempre piangere ma tu continua a scriverli perché poi me li rileggo a distanza di mesi e li lascio vivere in me.
Grazie Luca. Ho la lacrima facile ultimamente, sarà il vento…credo che tu ci stia aiutando, più di qualsiasi discorso, a tenere sempre vivo e presente in noi che dobbiamo goderci il più possibile ogni momento di questi piccoli miracoli (divini o laici che siano) che ci vivono accanto.
E senza smettere di essere adulti responsabili ogni tanto però metterci nei loro panni, nelle loro scarpe, nei loro cuori mentre saltano tra le foglie o nelle pozze, giocano, blaterano e ci fanno anche un po’ incazzare..che poi il nostro versante infantile tanto esce uguale, ma di solito perché siamo stanchi ed isterici e facciamo i capricci come loro e con loro…
Un abbraccio
Grazie Massimo!