Stereotipi

stereotipoCredo sia del tutto inutile negarlo, tutti noi, chi più chi meno, viviamo marinati nei luoghi comuni, nord, sud, est, ovest, ricchi, poveri, bianchi, neri, gialli che dir si voglia siamo tutti prigionieri di un conformismo strisciante, potrei fare decine di esempi solo come aperitivo, ma gli stereotipi in questione sono legati ai papà, anzi, ad un papà in particolare che ha dato il la a questa mia riflessione. Il papà in questione è Salvatore e la questione risale a qualche settimana fa (ho aspettato che il tutto si risolvesse per il meglio), come già accennato nell’ intervista i bambini nati prematuri sono un po’ più delicati degl’ altri, soprattutto per quanto concerne le vie respiratorie, almeno per i primi due/tre anni e quando si dice delicati s’ intende che il ricovero in ospedale è qualcosa in più di un opzione, in poche parole Giulia, due anni e qualche giorno è stata ricoverata per un broncopolmonite, prelievi del sangue, farmaci, visite ed esami su esami, tutto estremamente sgradevole, due genitori già duramente provati, quand’ ecco che si materializza lo stereotipo, abilmente camuffato da regolamento ma pur sempre stereotipo, “Un genitore solo, per questa volta chiudiamo un occhio…”, queste le parole, più o meno, che s’ è sentito dire Salvatore alla clinica De Marchi a Milano. Per chi non lo sapesse, la De Marchi è la clinica pediatrica per antonomasia a milano, una certezza e un eccellenza per certi aspetti, quanto accaduto non è certamente un caso di malasanità, sia ben chiaro, sta di fatto che il nostro papà si è dovuto anche sentire “graziato” per poter restare in ospedale con sua figlia e sua moglie in una sorta di operazione algebrica di questo tipo: Bimba malata x ricovero ospedale + mamma – papà che lavora = la famiglia tipo, non sono ammessi altri risultati, la risposta di Salvatore è stata: “Dovete portarmi via con la forza!” e sono certo non stesse assolutamente scherzando. Gli stereotipi sono già di per se sgradevoli e superficiali quando vengono dalla strada figuriamoci quando si palesano in ambienti simili, voglio dire, che la madre si fermi la notte in ospedale è comprensibile, che il padre sia considerato alla stregua di un parente o un amico un po’ meno, anche nei confronti della propria compagna, dare il cambio per riposare, cambiarsi, farsi semplicemente una doccia, si parla tanto di parità. di 50/50 fra moglie e marito, di interscambiabilità fra padre e madre per poi trovarsi di fronte a: “Solo un genitore” (cioè la mamma). Non si può predicare bene e razzolare male, il buon esempio va riconosciuto e apprezzato, Salvatore è un marito e un padre estremamente presente, cosa significa “Per stavolta chiudiamo un occhio”? Quanta superficialità c’ è in questa frase? L’ uomo, il padre deve andare a lavorare, guardare la partita con gli amici ecc ecc? Sono questi i comportamenti che fanno la differenza, questi sono i virtuosismi della società moderna, io conosco bene quegli sguardi e quelle mezze frasi, sia nel bene che nel male, nel bene quando al corso pre-parto ti guardano come un animare raro perchè sei voluto venire anche tu, nel male quando vai a fare un esame o a ritirare il referto col cuore in pezzi e vedendo mamma e papà uniti come una cosa sola e rimangono stupiti. Oggi Giulia è a casa, sta meglio ma ho voluto raccontare questo episodio per cercare di abbattere uno dei tanti stereotipi da cui siamo circondati, perché anche da queste cose si formano le coscienze civili di oggi e di domani.

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