Telefono si, telefono no, telefono forse. Parte1

Ho aspettato un po’ prima di scrivere sull’ argomento, un po’ perché ho la pessima abitudine di non parlare di cose che non conosco e poi perché ero curioso di vivere un’ esperienza in prima persona prima di sbilanciarmi, mi fossi schierato contro (o a favore) ad un cellulare in mano ad una ragazzina in prima media adesso magari sarei qui a dovermi rimangiare tutto o peggio ancora a dover difendere un idea per giustificare una scelta, giusta o sbagliata che fosse stata, o forse sono solo un paraculo e basta, chissà.

Devo essere sincero, fino a qualche tempo fa ero dubbioso e a dirla tutta ero decisamente contrario a dare in mano ad Alma un telefono cellulare, in fondo cosa se ne fa una ragazzina di 11 anni di un cellulare? Si perché di questo si parla, prima media e smartphone, ma andiamo per gradi, trovo sia quanto mai importante, la prima grande differenza rispetto alla scuola elementare è l’ uscita, nella primaria dev’ esserci un genitore, una nonna, un adulto insomma, alle medie no, Alma può uscire da sola e non tutti i giorni sono uguali, ci sono giorni in cui deve venire a casa e rimanerci e altri in cui si allena, quindi mentre noi genitori siamo a lavoro ed è quindi necessario un mezzo per comunicare, l’ alternativa, perché si, esiste un’ alternativa, sarebbe far intervenire la nonna (che nel frattempo ha festeggiato le 82 primavere) o chi per essa oppure aspettare che Alma arrivi a casa per poterci comunicare che è tutto a posto da telefono fisso (che non abbiamo) o via email (ma siamo seri…). Il punto è tanto serio quanto pratico, se Alma, ad esempio, deve farsi da mangiare o deve organizzarsi per andare a studiare da una sua compagna noi genitori come possiamo aiutarla o semplicemente essere informati? Fiducia risponderà qualcuno, ma anche dare uno smartphone ad Alma è una questione di fiducia rispondo io.

Un’ alternativa poteva essere un telefono cellulare basico, tipo quello per gli anziani, ci ho pensato ma sono dell’ idea che sia meglio uno strumento serio che permetta tutta una gamma di operazioni, messaggi e internet compresi per intenderci. La scuola? Le professoresse sono state molto chiare su questo punto, “Non vediamo il motivo per cui una ragazzina di prima media debba avere uno smartphone e comunque in classe sono vietati”, ecco, sulla seconda parte siamo tutti d’ accordo mentre sulla prima… si rimanda a quanto detto prima.

Altra questione, tra compagni di classe è normale scambiarsi compiti, idee, orari e appuntamenti, ripeto, io sono una persona estremamente pratica, se c’ è un problema lo risolvo (è anche il mio lavoro…), se non riesco ci provo comunque e se proprio non ci riesco allora torno indietro e cambio punto di vista, si, al mattino faccio colazione con tè, pane e un po’ di sano pragmatismo. Proprio a tale riguardo credo sia il caso di affrontare il vero problema dello smartphone in mano a dei ragazzini, il vero elefante nella stanza se vogliamo, non è certo il telefono in sé, piuttosto é quello che si può fare o non fare con questo (potentissimo) mezzo, i social in primis. Il mondo per un pre-adolescente può essere un posto pieno di pericoli, lo è sempre stato e sempre lo sarà, questo è bene che se lo mettano in testa tutti, genitori con la moria corta, insegnanti, giornalisti e se-dicenti esperti di turno ma è anche un’ ostrica o la prima di tante scatole di cioccolatini, non sai mai quale ti capiterà, almeno finché non ne prenderai uno.

Certo, detta così sembra una contraddizione ma non lo è, si tratta di semplice fiducia, ovviamente non è mia intenzione dare in mano a mia figlia una scatola di cioccolatini presi a casaccio, dove potrebbero essercene al liquore o al caffè o… vabè ci siamo capiti, diciamo che prima guardo io dentro la scatola e poi gliela do in mano, come?  Diciamo che ho preso le mie precauzioni, prima di tutto Alma ha un abbonamento suo, non ha un numero intestato a me che però usa liei, la cosa sembra di poco conto ma non lo è, il motivo? Un abbonamento a suo nome NON le permette di accedere ad una serie di pagine “vietate” di default, social compresi. Da non sottovalutare anche il fatto che in quanto minore tale telefono deve avere un “tutore” che può approvare (o rifiutare), la richiesta di installare determinate applicazioni o la richiesta di prolungare l’ uso dello smartphone stesso per un tempo superiore a quello preimpostato.

E quindi? Com’ è andata? Queste sono le premesse, com’ è andata fin qui lo racconto nella seconda parte… per ora posso solo anticipare i termini della cosa con due semplici parole, controllo e fiducia.

 

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