Pochi giorni fa abbiamo festeggiato i nonni (si, il 2 ottobre è la festa dei nonni e lo è per legge, precisamente dal 2005), per quanto mi riguarda è stata l’ occasione per una riflessione tutt’ altro che scontata e non esente da qualche ombra.
I nonni sono la vera colonna portante (socialmente parlando), di molte famiglie italiane, il loro apporto è, in molti casi, imprescindibile, l’ alternativa sono tate o un uso massiccio di nidi e scuole materne con tutte le cons€gu€nz€ del caso. I nonni sono sempre più protagonisti nella vita dei nostri figli e questo è un bene, lo scambio culturale fra generazioni così lontane è quanto di più prezioso, al tempo stesso i nipoti riescono a tenere lontano dalla sedentarietà i propri nonni. Spesso e volentieri ne incontro al parco (soprattutto nonne) e devo dire che è sempre un bel vedere, sono attente e sembrano addirittura non sentire il peso degli anni e quando serve sono capaci anche in fatto di disciplina.
Negli anni mi anno colpito due episodi, più di altri, con protagonisti ormai stagionati. Il primo risale ancora ai tempi di Maia, mia madre in quel periodo era particolarmente affettuosa con la sua nipotina, non che fosse particolarmente indisciplinata ma comunque io notai in mia madre una dolcezza a me sconosciuta e glielo feci notare apertamente, chiedendo anche conto di tale comportamento, le dissi: “Con me non eri così dolce, anzi, eri piuttosto severa, come mai adesso sei così? Ero forse io un bambino diverso da tua nipote?” La risposta fu molto interessante e sicuramente più intelligente della domanda: “Vedi, quando io ero madre, non avevo tempo per la dolcezza, tu eri un bravissimo bambino ma ero io ad essere diversa, c’ era il lavoro, nonni non ce n’ erano e bisognava arrangiarsi in qualche maniera, la vicina di casa, una Zia che viveva fuori milano e poco altro di supporto, forse sono stata un po’ asciutta ma a quei tempi era così e di tempo per la fantasia non ne avanzava molto, adesso invece è diverso, io sono diversa, adesso posso dedicarmi a mia nipote, posso coccolarla, darle tutte le dolcezze del caso e magari anche qualche vizietto, adesso me lo posso permettere perché questo è il mio ruolo, adesso.” 3 a 0 per la nonna e tutti a casa (e comunque grazie per la lezione mamma!)
L’ altro episodio che mi ha colpito è di due anni fa, ricordo che tutti i sabati mattina andavo in piscina con Alma, molte mamme, qualche papà e un nonno, sempre presente, ma non fu tanto la presenza di un nonno a colpirmi, quanto il fatto che indossasse una sorta di pannolone sotto il costume! La cosa mi colpì molto, non il pannolone ovviamente, la forza di volontà dimostrata da questo nonno è ancora viva nei miei ricordi e lo sarà sempre, ecco di cosa sono capaci i nipoti!
C’ è poi da dire che noi figli dovremmo guardare ai nostri genitori come a quello che sono, dei nonni appunto e non a dei genitori di scorta. Spesso ce ne dimentichiamo, pretendiamo, magari anche a ragione, che i nonni si attengano strettamente alle istruzioni date loro e capita sovente di arrabbiarci perché queste non vengono rispettate e qui già si allungano le prime ombre. Bisognerebbe capire prima di tutto se i nonni sono un elemento imprescindibile o se la loro presenza è da considerarsi saltuaria e quindi meno vincolante. Nel primo caso, diciamo quando la nonna va a prendere la/le nipotine tutti i giorni all’ asilo/materna/scuola, si tratta di una presenza obbligata, vincolata nove volte su dieci al lavoro dei genitori, in questo caso la nonna si occupa dell’ uscita e dell’ immediato pomeriggio, che si tratti del parco o di un’ attività pomeridiana fa poca differenza. In alcuni casi tale presenza si allunga fino alla preparazione della cena, al bagno e al cambio per la notte.
In questo caso il rapporto fra genitori e nonni dovrà basarsi sul compromesso, ci dovranno essere delle regole più o meno rigide (orario, tipo di merenda, indicazioni riguardo le varie attività…) altre che dovranno essere lasciate, per il bene di tutti, nelle mani dei nonni. Ovviamente con il tempo affiorano diversi punti di vista, piccole (o grandi) differenze che andranno affrontate, anche per il bene dei nipoti, se ad esempio un nonno si presenta tutti i giorni all’ asilo con un regalo, ecco che si creerà un circolo vizioso tale per cui il bambino si abituerà a tale regalo, se i genitori condividono tale abitudine (ne conosco personalmente), nessun problema, ogni giorno un regalo e via così, ma se i genitori non sono della stessa opinione occorre affrontare l’ argomento e concordare una linea comune, magari che rispetti il sacrosanto diritto dei nonni di fare un regalino ogni tanto ai propri nipoti e l’ altrettanto diritto dei genitori di opporsi ad una dipendenza da regalo tutt’ altro che simpatica. Lo scorso anno, per fare un esempio, Alma ha attraversato una fase in cui la prima cosa che diceva a chiunque la andasse a prendere era: “Cosa mi hai portato oggi?” Ancor prima di salutare.
Altri motivi di “attrito” fra genitori e nonni possono essere il cibo, la tv, l’ abbigliamento e la disciplina (giusto per citare i primi che mi vengono in mente) e qui più che ombre direi che siamo in un vero e proprio campo minato. a questo punto però subentra l’ esperienza personale (magari limitata a 4 nonni e tre figlie ma pur sempre esperienza), se noi genitori eravamo abbastanza rigidi con Maia e di riflesso chiedevamo la medesima inflessibilità ai nostri genitori, ci siamo ammorbiditi con Alma e ancora di più con Sole nel senso che ad un certo punto siamo anche diventati comprensivi nei confronti dei nonni o magari abbiamo semplicemente gettato la spugna, non saprei, direi solo che ad un certo punto entra in gioco anche l’ intelligenza delle persone, se si ha il buon senso di trovare un accordo si è tutti felici altrimenti l’ alternativa è lo scontro frontale, scontro in cui chi rischiano di avere la peggio i nostri figli.
Qualche esempio:
-I genitori di Angela (nome di fantasia), lavorano e la nonna va tutti i giorni a prenderla all’ asilo, la mamma la veste in maniera sportiva, comoda ma a quanto pare la nonna non gradisce e tutti i giorni trova una scusa per cambiarla e agghindarla come una modellina, la mamma sopporta una, sopporta due, sopporta tre ma alla quarta volta che fa notare la cosa senza il minimo risultato finisce per assumere una baby-sitter!
-I genitori di Filippo (nome di fantasia), lavorano tutto il mese di Luglio, i nonni si offrono di portare il nipote in montagna per il periodo, i genitori accettano per poi raggiungerlo durante i week-end, al terzo fine settimana il bambino viene riportato a casa propria e “Rieducato” perché non faceva altro che mangiare porcherie e davanti alla televisione!
-I genitori di Giada (nome di fantasia), lavorano, come tutti ma abusano dei nonni anche nei momenti liberi. la bambina praticamente passa più tempo coi nonni che con i genitori, troppo impegnati a lavorare, aperitivi, cinema, teatro, cene e altro ancora, in buona sostanza i figli vengono cresciuti dai nonni.
Ecco, proprio quest’ ultimo caso mi ha dato da pensare parecchio in tutti questi anni perché se è vero che quello del lavoro non è un mondo per genitori, con limiti, vincoli e arretratezze sociali e culturali che mettono i brividi è pur vero che i figli vengono messi al mondo, almeno nella maggior parte dei casi, da una coppia che dovrebbe cambiare, strada facendo, le proprie dinamiche.
Attenzione, non sto parlando dei propri spazi, sacrosanti per una coppia, non sto dicendo che mamma e papà non devono concedersi una cena intima o un’ aperitivo con gli amici, anzi, sto dicendo che un genitore e segnatamente un padre deve assumersi le proprie responsabilità nel senso più alto del termine, con tutto l’ entusiasmo e si, anche con tutta la fatica del caso. Perché un conto è finire tardi di lavorare e poi andare a casa per stare un po’ coi propri figli un altro è finire tardi di lavorare e una sera andare in palestra, un’ altra uscire con gli amici, un’ altra ancora andare a giocare a calcetto e via di questo passo. Conosco genitori e ahimè molti padri, assolutamente incapaci di passare del tempo coi propri figli e che fanno un uso massiccio dei nonni, conosco padri per cui la non presenza della mamma equivale alla presenza dei genitori (meglio se mamma/nonna), moglie che lavora il sabato? Nonna! Moglie che finisce di lavorare tardi? Nonna!
Un altro particolare assai sgradevole che ho notato è che meno tempo i genitori passano coi propri figli e più pretendono dai nonni, non solo, se poi c’ è qualcosa che non va è colpa dei nonni, in caso contrario sono in prima fila orgogliosi a vantarsi. Cari genitori: “Ora, se mamma e papà lavorano fino a tardi e anche nei week end i nonni si travestono da genitori, quando vostro figlio a tre anni coniuga bene un paio di verbi… significa che i nonni o al nido parlano un italiano corretto, NON che il tuo esempio sia particolarmente prezioso, anche perché il tuo esempio… viene dopo il loro!” E ancora: “Se non ti stanno bene la metà delle cose che fanno i tuoi genitori con tua figlia… stacci tu!”
Io durante il fine settimana i nonni li ho presi in considerazione solo in casi estremi e solo perché mia moglie lavorava, quando mia madre ha potuto ne ho approfittato per farla venire e portar fuori le bambine per un paio d’ ore mentre io sbrigavo faccende domestiche. Spesso e volentieri mi sono trovato solo e con due bambine da gestire da mattina fino a sera e posso dire tranquillamente che “SI PUÒ FARE!” Anzi, non solo si può ma si deve! È una cosa che aiuta il rapporto coi propri figli, ne getta le fondamenta, questi momenti sono convinto che rappresentino un’ occasione per stare coi propri figli.
Ricordiamoci poi che ci sono anche quelle famiglie che i nonni li vedono saltuariamente, perché lontani, perché non ci sono più o perché troppo anziani per essere coinvolti giornalmente e questi padri non possono far altro che occuparsi dei figli nei momenti di assenza della madre e a questi nipoti magari farebbe piacere passare un po’ di tempo in più coi propri nonni.
In conclusione direi che il rapporto nipoti/nonni è qualcosa da salvaguardare, qualcosa di prezioso per gli uni e per gli altri ma anche qualcosa che merita rispetto, sia da una parte che dall’ altra.