Fin dal 2009 ho sempre pensato che il 22 maggio fosse un bel giorno, un bel giorno per venire al mondo, un bel giorno per festeggiare e un bel giorno da ricordare, la primavera è ormai nel suo pieno ma senza l’ afa estiva, i sogni per le vacanze cominciano a formarsi… purtroppo, a otto anni di distanza mi rimangono solo i ricordi, belli, nitidi, piacevoli ma pur sempre ricordi. Il 22 maggio continua ad essere e sempre lo sarà, uno dei giorni più belli dell’ anno, purtroppoppo però è anche il giorno (uno dei due in particolare) in cui si è costretti a fare i conti con la mancanza di Maia.
Oggi è quel giorno dell’ anno in cui si mescolano sentimenti contrastanti, la gioia della nascita di una figlia, la prima figlia da una parte e quella sensazione di vuoto immenso che ha inevitabilmente lasciato. A proposito di queste due forti sensazioni voglio raccontare due episodi, il primo è riferito alla nascita di Maia, al suo nome in particolare. Inizialmente io e mia moglie avevamo optato per un altro nome ma col passare delle settimane ci siamo, come dire, stufati e quindi abbiamo optato per Maia, occorre dire anche che fra me e mia moglie esisteva un accordo non scritto dove si prevedeva che i io avrei scelto il nome in caso fosse arrivata una femmina, diversamente avrebbe scelto lei, ovviamente con il benestare del coniuge.
Sta di fatto che il nome Maia a me piaceva moltissimo e non solo come nome in senso stretto ma anche per tutti quei significati che lo accompagnavano, prima di tutto il fatto che l’arrivo di Maia fosse previsto per maggio mi parve perfetto, il nome del mese infatti deriva proprio da Maia, la fecondatrice.
In mitologia, Maia è una bellissima ninfa acquatica delle Plèiadi che Zeus o Giove rese madre di Ermes o Mercurio…
In Roma antica era venerata come Maia, la bella compagna di Vulcano, dio del fuoco.
In India si chiamava così la figlia di Brama (corrispondente alla Venere romana). In più Maia era il nome di una co-protagonista di una delle mie serie TV preferite della mia infanzia, nella seconda è ultima serie di SPAZIO 1999 infatti è presente un’aliena di nome Maia, la cui particolarità è quella di potersi trasformare all’occorenza in qualunque animale è ricordo di essere rimasto colpito dal personaggio ma ancor di più dal suo bellissimo nome.
Il secondo aneddoto invece rende (in parte) più comprensibile un aspetto legato alla sofferenza per la sua scomparsa. L’episodio, ma sarebbe più corretto dire gli episodi sono legati alla crescita dei bambini che avevano la stessa età di Maia. La prima volta che ho provato questa amarissima sensazione è stato qualche mese dopo la sua scomparsa, abbiamo incontrato alla fermata del tram la sua migliore amica Emma, ricordo di essere rimasto di pietra, cioè, l’ho salutata, mi ha fatto molto piacere rivederla ma c’era un particolare che mi ha letteralmente ghiacciato il sangue nelle vene. Un altro episodio del genere è capitato la scorsa estate, ad un pranzo con amici di vecchia data erano presenti anche Margherita e Aurora, bambine con cui Maia aveva giocato di tanto in tanto da piccola. Anche in questo caso la prima sensazione è stata di shock, seguita da un dolore sordo e lungo che ti attraversa lo stomaco prima e l’anima poi da parte a parte, vorresti smaterializzarti o ripiegati in due dal dolore ma non puoi e allora stai fermo, lasci scorrere il tempo perché altro non si può fare.
Ma qual’è il particolare che tanto mi ha devastato? È drammaticamente semplice, Emma, Aurora e Margherita crescono, Maia no, Maia ha sempre quasi tre anni e questa è la cosa che fa più male. Toccare con mano questa realtà è deleterio, devastante.
Oggi Maia compie 8 anni e mi manca molto, manca tutti i giorni ma oggi un po’ di più.
Auguri amore mio, auguri per i tuoi otto anni…
Buon compleanno, piccolina, stella luminosa e bellissima… continua a illuminare i tuoi genitori e le tue sorelline con tutto il tuo splendore… loro sono meravigliosi come te!
Grazie Veronica