Natale

prima di tutto vorrei comunicare una notizia, stasera ho bevuto una birra con… Babbo Natale! Abbiamo parlato un po’ e mi ha anche detto che il fatto che tutti gli anni ci sia qualche maestra pronta a comprarsi un minuto di popolarità al grido di “Babbo Natale non esiste”, non manca mai di strappargli un sorriso, io ci ho parlato, l’ ho toccato (ho anche tirato la barba!) e francamente l’ ho trovato reale tanto quanto le parole che escono dalla tastiera del mio computer in questo momento, il perché ogni anno si diffondano certe notizie, false e tendenziose rimane un mistero, si sospettano alcune lobby filo-governative ma ad oggi nulla di serio. Rientrando a casa mi sono poi interrogato sul Natale, cosa dovrebbe essere e cos’ è per noi, cominciamo col dire che pur essendo figlio unico la mia famiglia è sempre stata abbastanza numerosa e per tanti anni molto unita, questo si traduceva in pranzi e cene natalizi a casa di mia nonna che iniziavano il 24 sera e si concludevano due giorni dopo con ben poche soste, in mezzo, decine fra personaggi e parenti, regali e regalini, buste e bustine, si insomma un quadretto che ogni Italiano, chi più chi meno, conosce bene come la poesia delle elementari (giuro che mi vengono i brividi al pensiero!), crescendo poi, quella stessa famiglia è andata in mille pezzi, la mia vera famiglia sono diventati gli amici e le ipocrisie natalizie hanno trovato poco spazio per parecchio tempo, regali limitati e mirati se non addirittura tagliare la corda quando possibile, sia chiaro, non per anticonformismo quanto per onestà intellettuale. In seguito sono arrivate Simona prima e Maia poi, il Natale si era ripreso i suoi spazi, il termine “Famiglia” ri-cominciava ad avere un senso, soprattutto per Loro, per i bambini, riguardo i regali devo confessare di aver sempre avuto un rapporto conflittuale, amore-odio direi, perché fare un regalo è un arte (perché relegare tale arte solo a Natale?), mentre comprare montagne di fesserie fa rima con buttare un sacco di soldi se poi ci aggiungiamo il traffico, la folla, i prezzi eccetera eccetera direi che arriviamo molto lontani da quello che dovrebbe rappresentare il Natale e non mi riferisco certo alla parte religiosa, per cui nutro molto rispetto, quanto ai motivi più profondi e ricchi di significato come appunto la Famiglia, il condividere, lo stare insieme. “E Babbo Natale?” Ma Babbo Natale è il benvenuto naturalmente, con rispetto e moderazione, anche e soprattutto per i più piccoli, trattasi ovviamente di un opinione, ogniuno è libero di fare regali nel numero e nell’ utilità che meglio crede, diciamo che i nostri “valori” sono diversi. Tutto questo purtroppo però riguarda pur sempre il passato, sfortunatamente il nostro Natale al presente è un po’ diverso e proprio alla luce del fatto che Natale è “condividere” e non “regalare”, c’ è una storia che mi raccontava una mia zia tanti anni fa, è la storia di una donna che a cavallo delle due guerre aveva partorito e cresciuto dieci figli, purtroppo uno di questi si ammalò e morì, la donna non passò giorno della sua vita a senza disperarsi per la scomparsa di quel figlio e a chi le faceva notare che ne aveva altri 9 alla rispondeva: “Non farò mancare loro mai nulla, siano cibo, una carezza o qualsiasi altra cosa e come le dita di una mano benedirò ogni giorno la loro presenza ma se viene amputato un dito di una mano, stai pur certo che lì, dove era e non c’ è più, si poserà lo sguardo per primo”, ecco com’ è il nostro Natale oggi, ecco perché quest’ anno, come l’ anno scorso e come i prossimi, Noi prendiamo e ce ne andiamo da qualche parte, così da poter condividere un esperienza, pranzi, cene, alberi di Natale, scambio di regali per noi significano unicamente essere costretti a guardare… il dito mancante, sperando inoltre di passare ad Alma un concetto diverso legato al Natale magari fatto di momenti e non solo di oggetti.

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