Che bella domanda, di questi tempi poi, “Chi o cosa mi ha portato a fare un figlio?” Primo o poi nella vita, almeno una volta, credo se lo domandi un padre. Non esistono risposte giuste o sbagliate ad una domanda come questa, sono però del parere che ci sia poco di scontato nelle possibili risposte. Cominciamo col dire che, almeno per noi uomini, è indispensabile essere in due e mi piace pensare che a riguardo le due persone in questione siano d’ accordo, ci sono padri che per una ragione o per l’ altra sono costretti ad aspettare, la partner giusta, poi magari i figli non arrivano, stress, qualche problema fisico più o meno risolvibile, il non sentirsi pronti o all’ altezza, poi ci sono padri, fra cui il sottoscritto, che armati di una buona dose d’ incoscienza un bel giorno si svegliano e dicono “Ma si, proviamo!”, detto fatto, dopo nove mesi ecco la cicogna suonare alla porta con un bel fagottino! Scherzi a parte, per dire che esistono persone che ponderano e altre che si fanno trasportare, personalmente mi sarebbe sempre piaciuto essere padre ma per poterlo diventare ho dovuto aspettare la persona giusta, che credo, sono anzi certo, sia un elemento imprescindibile, MAI, e qui mi riferisco anche alla coppia oltre che ai padri, MAI cercare figli con la speranza di risolvere una situazione matrimoniale compromessa, in questo caso, un figlio è la cosa più sbagliata, il menage è destinato a cambiare già di suo fin da subito, mettere al mondo una creatura nella speranza che appiani uno o più problemi che noi adulti non sappiamo risolvere è come andare a spegnere un incendio prendendo la prima tanica a caso, nella speranza che contenga acqua e non benzina! Fare un figlio è anche uno dei sensi della vita dell’ Uomo inteso come riproduzione, un istinto ancestrale, una sorta di immortalità, se non proprio nostra quantomeno dei nostri geni. Esistono padri naturalmente “portati” e altri che studiano, si preparano, altri che improvvisano e parlo del prima, figuriamoci nel dopo, a volte noi maschietti siamo un po’ vittime della voglia di maternità della nostra partner, in alcuni casi la paternità è percepita come automatica, ricordo un mio viaggio in India in cui il fatto che alla veneranda età di 33 anni non mi fossi ancora riprodotto era visto come un fatto tanto singolare quanto triste! La mia esperienza è fatta di poche domande, almeno nel primo caso, è stato tutto così semplice che non ho neanche avuto il tempo di chiedermi “Perché” è successo ed è stato un gran bel succedere. La seconda volte invece è stata molto diversa, è stata cercata e voluta come nessun altra cosa nella mia vita e non per riparare ad un’ ingiustizia subita o cose del genere ma molto più semplicemente per poter ridare un senso alla parola “Domani”