Ci sono momenti in cui la tempesta ti coglie di sorpresa, anche se ho imparato a riconoscere i segnali, conosco i venti, capisco quali nuvole portano tempesta e quali si possono evitare. Poi ci sono le burrasche che ti aspetti, in qualche modo segnate sul calendario so che arriveranno, posso prepararmi fin che voglio ma quando ti trovi in mezzo alla burrasca, che questa sia prevista o improvvisa, fa poca differenza, l’ unica cosa che si può fare è ammainare le vele, si scende sotto coperta e si affrontano le onde delle emozioni, sperando che passino presto.
Io marinaio non lo sono ma ho imparato a navigare in acque altrettanto difficili nell’ oceano della vita e questo è uno di quei momenti estremamente difficili da vivere, il fatto che sapessi che un giorno sarebbe arrivato non significa che io e Simona si soffra di meno, no, soffriamo esattamente come tutti gli altri giorni, oggi, forse, un po’ di più.
Chiudo gli occhi e ti vedo, con il tuo zaino nuovo, pieno di matite e speranze, con quei tuoi occhi che non vedono l’ ora di trovare risposta alle mille domande di una vita che ti aspetta. La maestra, i compagni che ti aspettano per condividere probabilmente il periodo più bello della tua vita, quello in cui tutto è una scoperta. No, non è il periodo in cui si diventa grandi, quello avviene dopo e non senza dolore, no, la scuola è altro, ci sarà sempre un prima e un dopo e l’ impronta della scuola primaria è tanto importante quanto basilare, qui si mettono le fondamenta di ogni individuo, ecco perché il primo giorno di scuola è così (giustamente) enfatizzato.
Ma io ho gli occhi sempre ben chiusi e aspetto, un abbraccio, uno sguardo e una promessa: “Poi mi racconti tutto… adesso vai che la vita ti aspetta, buona scuola amore mio!”