Bene, quindi iniziata la scuola materna , grandi feste, grandi abbracci, qualche lacrimuccia e siamo tutti contenti… O forse no? Mettiamola così, contenti siamo contenti, il passo è certamente di quelli da ricordare, il percorso appena cominciato sarà vario e interessante ma ci sono alcune cose che non posso e non voglio dimenticare in merito a questa nuova avventura, altrimenti a che servirebbero i diari? E questo blog è prima di tutto un diario, non smetterò mai ricordarlo.
Prima di tutto voglio parlare della burocrazia, un termine che in Italia è sinonimo di inefficienza e incertezza, ma facciamo un passo indietro, siamo a marzo di quest’ anno e (come descritto in questo articolo), visitiamo tutte le strutture comunali vicino a casa, nella speranza di avvicinare Alma e non essere costretti a utilizzare l’ auto tutti i giorni. Le strutture ci sono, sono anche carine e promettenti. Con largo anticipo facciamo domanda/iscrizione con tanto di scelte in ordine di gradimento e aspettiamo.
Qualche mese dopo ecco la graduatorie, per noi c’ è la tanto temuta dicitura ” in attesa d’ assegnazione”, significa che al momento tua figlia non ha diritto ad un posto presso le scuole materne comunali da te indicate. In pratica funziona così, dalle iscrizioni nasce una graduatoria, i cui risultati vengono comunicati ai genitori, se questi confermano tutto ok altrimenti si provvede ad una “seconda battuta” in cui i posti lasciati liberi vengono assegnati, altro giro di conferme e altro giro di riassegnazione, fino a quando tutti i bambini non risultano collocati.
Può suonare strano il fatto che il posto possa non essere confermato ma occorre tener presente che una famiglia fa una domanda con determinate preferenze, che sono obbligatorie, ma che al lato pratico possono non essere confermato, il Sig. Rossi ad esempio può aver messo quattro preferenze nella domanda relativa al proprio figlio ma ha già in mente una struttura privata nel caso in cui il figlio non venga preso nella scuola vicino a casa. Ci sono poi i trasferimenti o semplicemente i cambi di idee, sta di fatto che di mese in mese uno deve aspettare l’ uscita della graduatoria e le eventuali disdette. Nel frattempo, lo ricordo, chi è in attesa di assegnazione ha due possibilità, 1) Sta a casa a oltranza, in attesa che si liberi un posto in una delle strutture indicate. 2) Si iscrive in una struttura privata, sempre che ci sia ancora posto (molti fanno una pre-iscrizione per mettersi al riparo da eventuali sorprese), noi abbiamo optato per la seconda ipotesi, complice la scoperta che la materna di fronte al nido ha dei posti convenzionati con il comune e disponibili per chi fosse in attesa di assegnazione. L’ alternativa sarebbe tenere a casa Alma fino a fine settembre e sperare che gli venga assegnato un posto per i primi di ottobre, in caso contrario aspettare fine ottobre e via di questo passo, semplicemente impossibile sia dal punto di vista economico che pratico, pagare una persona (più di quanto io guadagni) per stare con mia figlia mi pare francamente una follia e la soluzione nonni non è percorribile se non in casi eccezionali e certamente non fino a… data da destinarsi.
Si, lo so, per uno che non ha figli sembrano cose assurde ma questa è la situazione e non solo per noi, quali che siano i criteri per cui certi bambini vengano presi e altri no non è dato saperlo, un’ ipotesi è che si favoriscano i genitori lavoratori secondo il ragionamento tale per cui se la mamma non lavora può occuparsi della prole preferendo i figli di genitori lavoratori ma è pur vero che se una mamma sta cercando lavoro, il fatto di avere una bambina a casa tutto il giorno non la facilita affatto, per non parlare del programma svolto alla materna, sappiamo tutti quanto non sia facile prendere un treno in corsa e cominciare a ottobre o peggio ancora novembre o dicembre non mi sembra la maniera giusta per iniziare questa nuova avventura.
La scelta della struttura privata (convenzionata) ha però i suoi risvolti positivi, il primo è che la strada rimane la stessa da fare e che andrebbe fatta comunque per accompagnare Sole, quindi niente giri strani per accompagnare una da una parte e una dall’ altra, stessa struttura, nida da una parte e materna dall’ altra. In secondo luogo il fatto che alla stessa scuola vadano ben cinque compagne del nido e questo per Alma è molto bello, la sensazione di continuità, il rapporto destinato a crescere con le sue vecchie compagne è un bel regalo anche per noi genitori, in un certo senso, un pensiero in meno.
Il vero lato oscuro legato alla scuola materna però è la regressione di cui è vittima Alma, siamo a due settimane e purtroppo siamo nel pieno di questa fase, alla materna tutto ok anzi, la maestra si complimenta, dice che è molto brava, attenta e disponibile, a casa invece siamo tornati indietro di mesi, capricci, richieste assurde e compulsive, lancio degli oggetti e dipendenza serale dalla tv. L’ altra sera ha insistito (insistito = crisi isterica!) per andare a letto con delle ciabattine nuove che dovrà portare a scuola, io ho provato a togliergliele ma non c’ è stato nulla da fare, pianti, urla e calci la sua risposta. È una fase, lo sappiamo però ci dispiace vederla così, ci dispiace perché il suo modo di fare ci esaspera e ci porta al limite della sopportazione, ci dispiace perché adesso rifiuta la fiaba serale e si ostina a guardare cartoni animati di dubbio gusto fino allo svenimento, che puntualmente non avviene e la cosa non fa altro che peggiorare la situazione. Abbiamo provato a introdurre dei giochi, ma dopo poco scatta qualche capriccio e la situazione precipita. Il suo totale rifiuto per il pisolino fa il resto, servendoci per il tardo pomeriggio una bambina davvero difficile da gestire. Per il momento non possiamo far altro che armarci si santa pazienza e aspettare, aspettare che l’ ambientamento alla scuola materna sia metabolizzato.